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Stitichezza (stipsi)

La stitichezza o stipsi si manifesta con difficoltà nella defecazione e riduzione dei movimenti intestinali. Vediamo insieme quali sono le cause, i sintomi e i possibili rimedi.

Stitichezza (stipsi)
Che cos’è
  • Che cos’è
  • I sintomi
  • Le cause
  • Fattori di rischio
  • Rimedi per combatterla
  • Complicanze

Che cos’è la stitichezza

Nel linguaggio di tutti i giorni parliamo di stitichezza o stipsi quando abbiamo difficoltà a svuotare l’intestino. I motivi possono essere diversi: feci molto dure e difficili da espellere, mancanza di stimolo a defecare, pochi movimenti intestinali.

In realtà, dietro al termine generico stitichezza, si nasconde un insieme di situazioni diverse, che sono state classificate dai medici in base alla frequenza e alle cause scatenanti.

La prima distinzione che possiamo fare è tra stitichezza occasionale e stitichezza cronica.

La stitichezza occasionale si ha quando gli episodi di stipsi sono limitati nel tempo.
Esempi di stitichezza occasionale sono: non avere stimolo a defecare dopo aver passato un periodo di tempo allettati oppure avere le feci dure a causa di una scarsa idratazione o di un’alimentazione povera di fibre.

La stitichezza cronica è invece una stitichezza ricorrente e che perdura nel tempo. In genere, la stitichezza cronica ha una causa scatenante collegata a un malfunzionamento dell’intestino. Risolvendola dovrebbe passare anche la stitichezza.

Sono proprio le cause scatenanti ad essere all’origine della distinzione tra stitichezza primaria e secondaria.

Si parla di stitichezza primaria o primitiva quando la causa è da ricercare in una patologia dell’apparato digerente come ad esempio ostruzioni intestinali o malattie che riducono la motilità dell’intestino.

Si parla di stitichezza secondaria quando la stipsi è provocata da una causa non direttamente correlata all’intestino. Nella grande maggioranza dei casi queste cause sono da ricercare nello stile di vita: abitudini alimentari, scarsa idratazione, vita sedentaria. Migliorando le abitudini alimentari si regolarizza anche il funzionamento dell’intestino.

I sintomi della stitichezza

Ma quali sono i sintomi della stitichezza? Che la si chiami stitichezza, stipsi, o intestino irregolare, questo disturbo si presenta con alcuni sintomi caratteristici:

  • evacuazioni ridotte
  • defecazione difficoltosa e dolorosa
  • feci dure e irregolari
  • sensazione di blocco o ostruzione durante l’evacuazione
  • sensazione di incompleto svuotamento dell’intestino
  • ricorso a manovre manuali e clisteri per facilitare l’evacuazione

Se questi sintomi compaiono occasionalmente, non significa per forza soffrire di stitichezza. In termini medici la stitichezza propriamente detta si ha quando sono presenti contemporaneamente almeno due dei sintomi che abbiamo elencato per un periodo di 3 mesi.

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Le cause della stitichezza

Come abbiamo visto, le cause della stitichezza possono essere di diverso tipo. Tuttavia, se escludiamo la stitichezza causata da patologie del colon, come la sindrome dell’intestino irritabile, possiamo ricondurre le cause della stitichezza ai fattori che influenzano il meccanismo di formazione delle feci:

  • Seguire un’alimentazione con scarso apporto di fibre
  • Non assumere abbastanza acqua e liquidi
  • Ignorare lo stimolo alla defecazione
  • Fare una vita sedentaria
  • Assumere farmaci che causano la costipazione
  • Condurre una vita stressante

Vediamoli più nel dettaglio.

Seguire un’alimentazione con scarso apporto di fibre

Le fibre alimentari sono sostanze senza alcun apporto nutritivo, ma sono fondamentali per il buon funzionamento dell’intestino, in quanto:

  • aumentano il volume delle feci
  • trattengono acqua nelle feci rendendole più morbide
  • stimolano la motilità intestinale

Per combattere la stitichezza è, quindi, fondamentale introdurre nell’alimentazione alimenti ricchi di fibre.

Non assumere abbastanza liquidi

L’organismo ha bisogno di molta acqua per svolgere le sue funzioni. Se non ne assumiamo abbastanza dall’esterno, questi tende a sottrarla alle feci per trasferirla agli organi dove l’acqua è necessaria. Il risultato? Le feci diventano dure e difficili da espellere.

Ignorare lo stimolo alla defecazione

Lo stimolo a evacuare ci dice che è il momento di espellere le feci. Ignorandolo, aumentiamo il tempo di permanenza delle feci nel tratto intestinale aumentando, quindi, anche la possibilità che l’intestino sottragga acqua alle feci, favorendone l’indurimento.

Condurre una vita sedentaria

La mancanza di attività fisica presenta numerosi effetti negativi sull’apparato digerente come, ad esempio, l’indebolimento dei muscoli addominali, del perineo e del diaframma che contribuiscono alla peristalsi, vale a dire l’insieme dei movimenti involontari che permettono il transito del cibo attraverso il tratto intestinale, fino all’espulsione con le feci.

Assumere farmaci che causano la costipazione

Alcuni farmaci presentano la stitichezza come effetto collaterale. Tra i farmaci che hanno un effetto costipante riconosciuto abbiamo:

  • oppiacei, come codeina, morfina solfato, fentanyl
  • ansiolitici, come le benzodiazepine
  • antiaritmici, come il verapamil

Condurre una vita stressante

Uno stile di vita stressante può creare le condizioni ideali per i sintomi della stitichezza. La stitichezza da stress è ormai un dato di fatto causato da abitudini come: consumare pasti veloci, grassi e senza fibre, trattenere lo stimolo alla defecazione per tutta la giornata, bere poca acqua, o fare una vita sedentaria, per esempio passando lunghe ore seduti al computer senza fare sport.

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Fattori di rischio della stitichezza

Anche se la stitichezza nella maggior parte dei casi dipende dallo stile di vita, alcune persone sono più soggette al rischio. I medici in questo caso parlano di “fattori di rischio”, cioè di condizioni personali che aumentano la possibilità di soffrire di un disturbo. Le persone più esposte al rischio di stitichezza sono:

  • donne in gravidanza
  • persone in età avanzata
  • bambini

Stitichezza in gravidanza

Durante il primo trimestre di gravidanza può capitare che si manifestino alcuni sintomi che dipendono dalla presenza di ormoni tipici di questo status. Uno di questi, il progesterone, può influire sulla motilità intestinale, riducendola. Le donne che soffrono di stitichezza in gravidanza possono fare degli esercizi per favorire la motilità intestinale o seguire un’alimentazione specifica.

Stitichezza negli anziani

Gli anziani sopra i 65 anni di età sono più soggetti al rischio stitichezza, anche se la motilità intestinale non è collegata all’età. Tuttavia, tra gli anziani è più probabile trovare persone con uno stile di vita che favorisca la stitichezza, come ad esempio una vita sedentaria, l’assunzione di farmaci che causano costipazione o un’alimentazione povera di fibre.

Bambini e stitichezza

Spesso non ci pensiamo, ma le statistiche dicono che dopo le persone anziane, i bambini sono una delle categorie più a rischio di stitichezza. La cosa non deve sorprendere. Durante l’infanzia i bambini devono apprendere tutto, anche come gestire la defecazione. Inoltre, nel loro percorso di svezzamento modificano la dieta. Questo cambiamento di abitudini può influire sulla motilità intestinale.

 

Stitichezza: rimedi per combatterla

In molti casi, piccole modificazioni nelle abitudini alimentari possono risolvere un problema di stitichezza passeggero.

Alcuni tradizionali rimedi ai sintomi della stitichezza sono:

  • curare l’alimentazione
  • mantenere l’idratazione
  • fare attività fisica
  • usare i lassativi

Curare l’alimentazione

L’alimentazione è forse il fattore che più contribuisce alla stipsi. In fondo, le feci non sono altro che lo scarto degli alimenti che ingeriamo ogni giorno.

Come abbiamo già visto, per combattere la stitichezza è fondamentale seguire una dieta ricca di fibre.

Dove sono contenute le fibre? Le fibre sono contenute in alimenti quali la frutta, le verdure, i cereali integrali, alcuni tipi di frutta secca.

Alcuni di questi alimenti, inoltre, aiutano in quanto sono dei lassativi naturali. È il caso ad esempio del kefir, delle prugne o dei kiwi.

Mantenere l’idratazione

Le feci non sono composte solo da scarti di cibo, ma contengono anche l’acqua di cui il corpo non ha bisogno.

L’idratazione delle feci, cioè la quantità di acqua che contengono, ne influenza la consistenza. Più liquidi assumiamo, più facciamo in modo da rendere più morbide le feci. Questo non significa solo bere, ma anche assumere alimenti ricchi di liquidi, come ad esempio la frutta e la verdura fresche.

Svolgere attività fisica

L’attività fisica è collegata a una maggiore motilità intestinale. Condurre una vita sedentaria riduce la motilità intestinale e quindi la capacità dell’organismo di espellere le feci. Durante i periodi di stitichezza, una passeggiata lunga può rappresentare un buon rimedio insieme agli altri fattori.

Ricorrere a lassativi

A volte i rimedi casalinghi, da soli, non bastano. In questo caso è indicato ricorrere a lassativi o clisteri. I lassativi sono specifici farmaci studiati per favorire il transito intestinale e rendere l’espulsione delle feci semplice e senza sforzo. I clisteri sono degli strumenti mediante cui si inserisce acqua dal retto, stimolando l’espulsione delle feci. Entrambi i metodi richiedono la supervisione o il parere del medico curante o del farmacista.

dolore da stitichezza

Complicanze della stitichezza

Quasi sempre i sintomi della stitichezza si risolvono grazie a una modificazione nelle abitudini alimentari e nello stile di vita.

Ma non sempre questo succede. Quando bisogna preoccuparsi? Quando bisogna rivolgersi con urgenza a un dottore? Ecco alcuni casi in cui la stitichezza può portare a complicanze o essere sintomo di una patologia più seria.

Emorroidi e stitichezza

Chi soffre di stitichezza è spinto a sforzarsi per espellere le feci. Lo sforzo prolungato e continuo, può danneggiare i tessuti della zona anale e portare alla formazione di emorroidi sanguinanti e doloranti.

Formazione di fecalomi

Quando le feci rimangono a lungo nell’intestino possono formare dei tappi chiamati fecalomi che ostruiscono l’intestino, con sintomi simili a quelli dell’ostruzione intestinale.

Dopo quanti giorni di stitichezza bisogna preoccuparsi?

Gli studi disponibili hanno mostrato che non esiste una regola su quante volte alla settimana sia normale espellere le feci. Periodi anche di diverse settimane senza evacuare non sono pericolosi, se avvengono in modo occasionale.

Tuttavia, se la stitichezza si presenta insieme ad altri sintomi, bisogna subito rivolgersi a un medico, perché la causa potrebbe essere una patologia molto seria come un’occlusione intestinale o un tumore al colon.

Alcuni di questi sintomi sono:

  • dolore addominale
  • gonfiore
  • impossibilità ad evacuare nonostante lo stimolo
  • impossibilità ad espellere i gas intestinali
  • vomito con consistenza e odore simile alle feci