Flora batterica intestinale: cos’è e a cosa serve

Suggerimenti utili e buone abitudini per combattere la stitichezza cronica.

11 Giugno 2024
flora intestinale

La flora batterica, presente non solo nell'intestino ma in varie parti del corpo, è un prezioso alleato nella difesa da parte di agenti esterni nocivi. Per preservare questa barriera protettiva, è essenziale fornirle i nutrienti adeguati e adottare abitudini che favoriscano il suo equilibrio. Ma cosa fare se questo viene compromesso?

Cos’è la flora batterica

La flora batterica non è confinata all’intestino: in tutto l'organismo è diffusa una flora, chiamata residente, che convive con il corpo senza causare danno, ma anzi svolgendo particolari ruoli vitali. Oggi, al termine flora batterica è preferito quello di microbiota, per rendere giustizia alla diversità di microrganismi presenti, che includono, oltre ai batteri, funghi, virus e protozoi. La flora batterica, infatti, è formata dai batteri e germi non nocivi che vivono in varie zone dell’organismo e servono principalmente a digerire e a processare correttamente il cibo ingerito.

La flora batterica si insedia in varie aree dell’organismo: è presente sulla pelle, in vagina e nei tratti delle vie respiratorie come naso, bocca e gola, cioè in tutti gli organi esposti e non sterili. Sorprendentemente, il numero di cellule microbiche supera di gran lunga quelle umane, raggiungendo una quantità fino a dieci volte superiore.

La flora batterica nell'intestino: a cosa serve e come si forma

Nell'intestino si trovano migliaia di miliardi di batteri e altri microrganismi, talmente numerosi che rendono questo organo il più ricco di flora residente di tutto l’organismo: nell’intestino alberga infatti oltre la metà della flora residente totale. Le specie sono varie, se ne contano tra 500 e 1000, ma non sono sempre le stesse per tutti gli individui: anzi, il nostro microbiota intestinale è unico, paragonabile a un’impronta digitale. Questo accade perché non è innato, ma si sviluppa nel tempo in base a una serie di fattori.

Con la nascita sembra che si erediti solo parzialmente un piccolo numero di microrganismi, probabilmente a partire dalla placenta. A fare la differenza, invece, sono elementi successivi, come il tipo di parto e di allattamento. Con il parto per via vaginale, ad esempio, la madre riesce a passare al neonato numerose specie di batteri, mentre meno varia è la popolazione che si trasmette con un parto cesareo, con cui invece il passaggio di microbi avviene tramite contatto cutaneo, nei momenti che seguono. 

Successivamente, gioca un ruolo importante l'allattamento: quello al seno, quando per madre e bambino è possibile, è in grado di creare nel neonato un microbiota più vario e ricco. L’allattamento al seno, però, non è di per sé una condizione sufficiente per la trasmissione di una determinata variabilità di microrganismi: a incidere sulla tipologia di questi, infatti, è anche l'alimentazione della madre, che possiede a sua volta un microbiota unico.

La flora batterica definitiva si sviluppa presto, tra i primissimi mesi e i primi anni di vita: si può affermare che intorno ai 3-4 anni si possiede un microbiota intestinale pressoché simile a quella dell'adulto ed è per questo che, durante questa prima fase, è fondamentale tenere conto della sua costruzione in maniera sana. Durante la vita adulta, poi, una parte del microbiota rimane stabile, mentre l'altra, più della metà, può subire variazioni che sono dettate da abitudini come la dieta, l'attività fisica e l’uso di antibiotici, che incidono soprattutto quando assunti in giovane età, nel momento in cui la colonizzazione è ancora in divenire.  

La presenza di microrganismi non è uniforme nell'intestino: mentre nei tratti prossimali la presenza è limitata, man mano che ci si avvicina al colon la diversità e l'abbondanza aumentano. Questo è particolarmente evidente nei tratti successivi allo stomaco, dove l'acidità gastrica riduce la concentrazione di microrganismi e dove, tuttavia, in condizioni non fisiologiche, come nel caso della SIBO, può verificarsi anche in questo tratto una sovrapproduzione anomala.

Come agisce la flora batterica intestinale

Il microbiota che si trova nell’intestino ha diverse funzioni e non si limita a lavorare esclusivamente per la buona digestione degli alimenti. La ricerca scopre continuamente nuove attività della flora batterica che coinvolgono anche altri organi, estendendosi oltre l'intestino. 

I microrganismi nell’intestino sono coinvolti innanzitutto nell’attività metabolica, cioè nella trasformazione di sostanze in energia e nutrimento attraverso reazioni chimiche. In particolare, il microbiota ha la funzione di digerire quei carboidrati e altri nutrienti normalmente non digeribili dall’uomo: viene attivata una fermentazione di questi residui alimentari e ne viene recuperata energia, utile sia all’organismo che ai batteri stessi, perché non vada sprecata. In seguito a questa reazione, inoltre, il pH del canale intestinale si modifica, divenendo inospitale ai batteri patogeni. Il microbiota ha anche un ruolo nell'estrazione e nella produzione di diversi nutrienti come le vitamine K e B12 e nell’assorbimento di sostanze come calcio e magnesio. 

Il microbiota ha inoltre funzioni fondamentali di nutrimento e difesa. Per esempio, è coinvolto attivamente nel preservare l'integrità della barriera intestinale, prevenendo il passaggio di patogeni e sostanze nocive. La sua presenza, poi, non solo consuma nutrimento a scapito dei microbi nocivi, ma genera anche sostanze inibitorie che ostacolano la moltiplicazione di questi invasori, contribuendo così alla difesa dell'organismo.

Oggi sappiamo anche che il microbiota intestinale ha un ruolo nelle patologie del sistema nervoso, perché intestino e cervello comunicano e si scambiano particolari sostanze come ormoni e neurotrasmettitori. Per tale motivo, alcune malattie come la depressione, l’autismo, la Malattia di Alzheimer e la Sindrome di Parkinson potrebbero essere influenzate dalla salute dell’intestino.

Perché la flora batterica intestinale si altera?

Quando la flora batterica intestinale è alterata si ha una condizione di disbiosi, cioè un disequilibrio. In particolare, si parla di disbiosi quando si verifica una perdita di varietà delle specie batteriche, una riduzione del loro numero o un prevalere dei microrganismi nocivi. L’alterazione del microbiota può essere causata da:

  • assunzione di antibiotici, che eliminano anche i batteri “buoni”
  • infezioni gastrointestinali come la gastroenterite virale
  • sedentarietà
  • abuso di alcol e fumo
  • condizioni patologiche come diverticoli, ostruzioni e alterazioni della motilità

Inoltre, anche periodi prolungati di stress o il normale avanzare dell’età possono influire su questo delicato equilibrio.

Come ripristinare la flora batterica intestinale

L'alimentazione è tra i fattori che più influenzano la composizione della flora batterica. Studi indicano che una dieta ricca di proteine animali può ridurre la diversità microbica, predisponendo a uno stato infiammatorio cronico associato a condizioni patologiche come il diabete di tipo 2 e il Morbo di Crohn. Un effetto negativo analogo è dato dai troppi zuccheri, che riducono la presenza di alcuni batteri a favore di altri che però favoriscono l'infiammazione.

Per mantenere la salute della flora intestinale, è bene che la dieta sia il più possibile variegata ed equilibrata, con particolare attenzione all'assunzione di fibre, ottenibili da: 

  • cereali integrali, da consumare semplici (per esempio a colazione) o come base di pane e pasta;
  • frutta, specialmente mele e agrumi;
  • frutta secca, come fichi secchi;
  • frutta a guscio come le mandorle;
  • semi oleosi come quelli di girasole o i semi di chia;
  • legumi;
  • verdure, in particolar modo quelle di colore verde.

Alimenti come il tè kombucha, il miso e i crauti, che derivano principalmente da processi fermentativi, sono considerati probiotici. Non tutti i cibi fermentati o con fermenti lattici risultano efficaci e utili per la flora batterica intestinale, poiché per essere utili devono resistere all’acidità gastrica e superare lo stomaco. Lo yogurt, per esempio, dovrebbe essere arricchito di microrganismi probiotici per risultare di beneficio per l’intestino. In caso di disbiosi, si può ricorrere a integratori di probiotici e prebiotici che aiutano a ripristinare la flora intestinale alterata.

FONTI
Flora residente - Infezioni - Manuale MSD
Ubaldi E., L’ecosistema intestinale e i probiotici, Rivista Società Italiana di Medicina Generale, n. 5 anno 2007
Dughera L., Microbiota intestinale, probiotici e benessere, Pacini Medicina 
Rinninella E, Raoul P, Cintoni M, Franceschi F, Miggiano GAD, Gasbarrini A, Mele MC. What is the Healthy Gut Microbiota Composition? A Changing Ecosystem across Age, Environment, Diet, and Diseases. Microorganisms. 2019 Jan 10;7(1):14 
Clapp M, Aurora N, Herrera L, Bhatia M, Wilen E, Wakefield S. Gut microbiota's effect on mental health: The gut-brain axis. Clin Pract. 2017 Sep 15;7(4):987Satokari R. High Intake of Sugar and the Balance between Pro- and Anti-Inflammatory Gut Bacteria. Nutrients. 2020 May 8;12(5):1348
Beyond the brain: The gut microbiome and Alzheimer’s disease - National Institute on Aging
Gut microbiota: Definition, importance, and medical uses - Medical News

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