Avocado: come inserirlo nella dieta per l’intestino irritabile

Conosciuto come “superfood”, l’avocado ha sicuramente molte proprietà benefiche, ma non sempre è adatto a chi soffre di intestino irritabile

7 Settembre 2023
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L’avocado è un frutto originario del Messico, coltivato soprattutto in America Centrale e Meridionale e ormai diffuso anche in Europa. Dalla consistenza cremosa e dal sapore delizioso, adatto sia per preparazioni dolci che salate, è ricco di vitamine, potassio e grassi positivi per l’organismo, ma è anche molto calorico. Per questo deve essere consumato con parsimonia, all’interno di una dieta varia ed equilibrata. Le persone che soffrono di intestino irritabile, soprattutto se fra i sintomi riscontrano diarrea, devono porre ancora più attenzione al consumo del frutto messicano. Vediamo quali sono le proprietà dell’avocado e quando può essere un alimento utile nella gestione della sindrome del colon irritabile.

Avocado e intestino irritabile

In caso di problemi intestinali, l’avocado può essere un valido alleato così come un alimento da evitare: tutto dipenderà dai sintomi specifici.

Se si soffre di intestino irritabile, l’avocado, grazie al suo contenuto di fibre, è utile se questa condizione si presenta con stitichezza. Al contrario, se si presenta con diarrea, l’avocado non andrebbe mangiato, proprio per lo stesso motivo: l’alto contenuto di fibre.

La sindrome dell’intestino (o del colon) irritabile è infatti una condizione che si presenta con sintomi come crampi addominali, gonfiore, flatulenza, alterazione nella frequenza delle evacuazioni o nella consistenza delle feci, in particolare stipsi o diarrea.

L’avocado è diventato famoso come “superfood”, ovvero un cibo dalle qualità miracolose. La definizione superfood è stata poi vietata sulle etichette in Unione europea dal 2007, proprio perché dava adito ad interpretazioni fuorvianti. Anche se non più presente sulle confezioni, aveva però già fatto breccia fra le tendenze social, in particolare per l’“avocado toast".

I superfood, dei quali farebbero parte ad esempio anche mirtilli, bacche di goji, semi di chia, nonostante abbiano indubbiamente qualità nutrizionali positive per l’organismo, non sono certo alimenti di per sé risolutivi, e questo vale anche per l’avocado. Per ottenere dall’alimentazione il massimo dei nutrienti e dei benefici sono necessari varietà ed equilibrio e questo è ancor più vero per l’inserimento dell’avocado nella dieta quando si soffre di intestino irritabile.

Fra le caratteristiche principali dell’avocado troviamo:

  • alto contenuto di grassi, soprattutto monoinsaturi e quindi benefici per l’apparato cardiocircolatorio. Questa caratteristica rende l’avocado paragonabile a un grasso vegetale (come l’olio d’oliva, per intenderci), piuttosto che a un frutto;
  • alto contenuto di vitamine C ed E, che hanno un effetto antiossidante: rallentano cioè l’invecchiamento cellulare e mantengono il sistema immunitario efficiente;
  • alto contenuto di sali minerali, soprattutto potassio, benefico per la pressione arteriosa e utile per contrastare l’insorgere di crampi muscolari;
  • alto contenuto di fibre, soprattutto solubili (che si sciolgono quindi in acqua). È proprio quest’ultima caratteristica che non  rende l’avocado adatto a tutte le persone che soffrono di intestino irritabile, ma solo a quelle che annoverano la stitichezza come uno dei sintomi: le fibre infatti aiutano la regolarità intestinale.

Infine, non va dimenticato che l’avocado è un alimento molto calorico e poco sostenibile: andrebbe quindi consumato con moderazione, non solo perché le calorie in eccesso possono annullare i benefici dei grassi monoinsaturi, ma anche perché la sua produzione impiega grandi quantità di acqua e implica un impoverimento del suolo.

L'avocado è lassativo?

Questo frutto carnoso, dalla forma a pera e dal colore verde scuro, caratteristico per il grande nocciolo al centro, non è propriamente un alimento lassativo, anche se una delle sue proprietà è l’alto contenuto di fibre.

Per questo se si ha la diarrea l’avocado andrebbe evitato, anche in caso di sindrome del colon irritabile. Al contrario, come visto in precedenza, se questa condizione si presenta con stitichezza, l’avocado può essere consumato senza problemi.

La caratteristica principale di questo frutto, però, è il contenuto di lipidi, soprattutto monoinsaturi, che diversi studi hanno dimostrato essere positivi per il cuore.

Un recente studio dell’Università dell’Illinois pubblicato sul “Journal of Nutrition”, invece, si è concentrato sui benefici dell’avocado per il microbiota intestinale, ovvero l’insieme di microrganismi, come virus, batteri e funghi, che abitano il tubo digerente e che contribuiscono non solo al benessere dell’intestino, ma anche al corretto funzionamento del sistema immunitario.

La ricerca è stata svolta su 163 adulti di età compresa fra 25 e 45 anni, obesi o in sovrappeso, ma senza altre patologie, divisi in due gruppi: al primo veniva somministrato un pasto al giorno a base di avocado, mentre al gruppo di controllo veniva fornito un pasto nutrizionalmente simile ma senza avocado. Le indagini, durate 12 settimane, hanno confermato l’ipotesi iniziale di un effetto benefico del frutto sul microbiota, a livello di varietà e di salute dei microbi presenti.

Un microbiota in salute, poi, rende l’intestino meno soggetto a infiammazione, benché nel caso della sindrome dell’intestino irritabile le cause – non ancora del tutto chiarite – non sarebbero solo organiche. Entrano in gioco, nel determinare questa condizione, il legame fra sistema nervoso e intestino e l’influenza della psiche sul benessere di tutto l’organismo.

Fonti

Ansa
FondazioneVeronesi
Gazzetta
Humanitas
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IlGiornale
ScienceDaily

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