Stitichezza in gravidanza: come intervenire quando si è in dolce attesa

La stitichezza in gravidanza è un disturbo molto comune, insieme alle nausee. Come intervenire?

15 Maggio 2023
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La stitichezza (o stipsi) è un problema che interessa tutte le fasce della popolazione e nella maggior parte dei casi è causata da una dieta povera di fibre. La gravidanza è una condizione che predispone alla stipsi per i cambiamenti ormonali e la pressione che il feto, crescendo, esercita sugli organi vicini; inoltre, una dieta scorretta, scarsa idratazione e vita sedentaria possono contribuire anche in gravidanzaa causare la stipsi. In questo periodo delicato, quindi, è necessario prendersi cura con ancora più attenzione del benessere dell’intestino.

Stitichezza in gravidanza

La stitichezza in gravidanza interessa fra l’11 e il 38% delle donne, ed è quindi, dopo le nausee tipiche dei primi mesi, uno dei disturbi più diffusi.

In generale si parla di stipsi quando le evacuazioni sono meno di tre a settimana, e i sintomi correlati possono essere:

  • feci dure e difficili da espellere
  • pesantezza e pancia gonfia
  • meteorismo
  • assenza di stimolo
  • sensazione di svuotamento incompleto

La stitichezza è un disturbo multifattoriale, anche in gravidanza, quindi per stare meglio è necessario modificare le proprie abitudini sotto diversi punti di vista (alimentazione, attività fisica…); se questo non fosse sufficiente, il medico potrà dare indicazioni su quali farmaci, che non siano nocivi per il feto, prendere e per quanto tempo.

Le cause della stitichezza in gravidanza

Come abbiamo visto, la stitichezza è un disturbo multifattoriale causato, anche in gravidanza, da:

  • dieta scorretta, ovvero povera di frutta e verdura e ricca di cibi grassi o processati, ovvero sottoposti a processi industriali per la conservazione o per renderli pronti al consumo;
  • scarso esercizio fisico: senso di stanchezza, mal di schiena frequente dovuto al peso e nelle ultime fasi della gravidanza anche un vero e proprio ingombro dato dalla pancia che cresce possono dissuadere dal praticare attività fisica;
  • scarsa idratazione: per la regolarità del transito intestinale è molto importante la consistenza delle feci, le quali se si è idratati sono più morbide e quindi più facili da espellere;
  • stress;
  • eventuali patologie o terapie farmacologiche.

A queste cause se ne aggiungono altre legate alla gravidanza stessa, come:

  • i cambiamenti ormonali;
  • la pressione sempre maggiore che il feto, crescendo, esercita sugli altri organi addominali.

Per quanto riguarda i cambiamenti ormonali, già dall’inizio della gravidanza aumentano i livelli di progesterone, un ormone che durante tutta la gestazione ha il compito di rilassare la muscolatura liscia delle pareti uterine, consentendo così la prosecuzione della gravidanza. 

Questo effetto rilassante, però, non coinvolge solo l’utero, ma anche l’intestino, rallentando la peristalsi, ovvero le contrazioni involontarie della sua muscolatura liscia, funzionali all’espulsione delle feci. Allo stesso modo il progesterone rallenta la digestione, così che l’organismo abbia più tempo per assorbire tutti i nutrienti e l’acqua, peggiorando però la consistenza delle feci, che saranno più difficili da espellere.

Visto che l’aumento del progesterone si verifica fin dall’inizio della gravidanza, la stitichezza può quindi insorgere anche dal primo trimestre.

Nelle ultime fasi della gravidanza, invece, aumenta il livello di un altro ormone, l’aldosterone, il quale incrementa il riassorbimento di acqua nel colon e fa sì che le feci siano più asciutte. 

Con il proseguire della gravidanza e lo sviluppo del feto, infine, la stitichezza può essere  causata anche dalla pressione che questo esercita sugli altri organi addominali, rendendo la digestione più lenta.

Stitichezza in gravidanza: rimedi

Per la stitichezza in gravidanza non esistono rimedi particolari: le indicazioni per la stipsi sono le stesse per tutta la popolazione, comprese le donne incinte. I rimedi per la stitichezza consistono principalmente nell’intervenire sulle proprie abitudini alimentari e sul proprio stile di vita; in gravidanza, però, si dovrà fare ancora più attenzione all’assunzione di integratori e farmaci lassativi, evitando di assumere quelli potenzialmente dannosi per il feto.

Anche in gravidanza, per gestire la stipsi e trovare sollievo è necessario:

  • avere una dieta varia ed equilibrata: se la donna non ha altri problemi di salute, non esistono regole specifiche per la dieta in gravidanza; valgono gli stessi principi di una buona alimentazione, e cioè molta frutta e verdura di stagione, cereali integrali, legumi, frutta secca e semi oleosi; in caso di stipsi si dovrà fare ancora più attenzione all’apporto di fibre, prediligendo quegli alimenti che le contengono e che hanno un effetto lassativo, come kiwi, albicocche, prugne, verdura a foglia verde;
  • consumare almeno 2,5 litri di acqua al giorno: è possibile farlo sia attraverso gli alimenti ricchi d’acqua (come la verdura), le zuppe e i brodi, sia bevendo direttamente acqua e tisane. Il tè e il caffè devono essere consumati con moderazione, mentre gli alcolici devono essere assolutamente evitati, non tanto per le conseguenze intestinali, quanto soprattutto per i loro effetti nocivi sul feto;
  • fare movimento: anche in gravidanza, se non ci sono controindicazioni, fare attività fisica moderata e in modo costante aiuta il benessere, nonostante la stanchezza e nelle fasi più avanzate il peso e l’ingombro del feto possano renderla più difficile. Attività adatte sono passeggiate di 30-45 minuti, nuoto, ginnastica dolce, yoga e acqua gym. L’attività fisica, inoltre, allevia la tensione e lo stress, che possono influire anche sulla regolarità intestinale.

Può essere utile, per facilitare la digestione e favorire quindi la regolarità intestinale, anche mangiare meno ma più spesso, ad esempio facendo degli spuntini fra un pasto e l’altro, prediligere orari regolari e dedicare il giusto tempo alle funzioni fisiologiche.

Se prendendo questi accorgimenti la stitichezza e i disturbi a essa correlati persistono, è meglio rivolgersi al proprio medico, che potrà consigliare farmaci lassativi come quelli a base di sorbitolo, glicerina e lattulosio. In generale i lassativi devono essere usati con prudenza, per un periodo di tempo breve e solo se sono necessari. A tal proposito, in gravidanza è ancora più importante evitare il fai-da-te, nonostante molti di questi prodotti non necessitino di ricetta medica: alcuni lassativi potrebbero essere infatti dannosi per la donna e per il feto.

Stitichezza in gravidanza: spingere fa male al feto?

Ci si può chiedere se, in caso di stitichezza in gravidanza, spingere faccia male al feto. Una delle problematiche che riscontra chi soffre di stitichezza è la difficoltà nell’evacuazione, a causa della mancanza di stimolo o di feci troppo dure; in questi casi spesso si tende a fare uno sforzo, anche se può essere più dannoso e controproducente che altro.

Anche in gravidanza, sforzarsi troppo per favorire l’evacuazione può avere conseguenze spiacevoli non tanto per il feto, che a differenza di quanto si pensa non è coinvolto, quanto perché il rischio è quello di un’infiammazione delle emorroidi, cioè le vene varicose dei vasi sanguigni del retto.

Questo disturbo, di per sé non grave, può essere anche molto fastidioso e interessa circa il 30% delle donne in gravidanza; può essere causato sia dallo sforzo sia dalle variazioni ormonali che determinano un rilassamento delle pareti dei vasi sanguigni del retto (come accade per la muscolatura dell’intestino).

In generale, quindi, spingere non fa male al feto, ma potrebbe causare un’infiammazione delle emorroidi: insieme a cistite, vaginite e reflusso gastroesofageo, è una delle problematiche più comuni legate alla stitichezza in gravidanza e ai conseguenti cambiamenti fisiologici che il corpo subisce in questo periodo.

Concludendo, per gestire al meglio il benessere intestinale in gravidanza ed eventuali episodi di stitichezza è fondamentale porre ancora più attenzione all’alimentazione, all’idratazione e all’esercizio fisico, chiedendo consiglio al medico qualora queste accortezze  non siano sufficienti per ripristinare la regolarità.

Fonti

ClevelandClinic
Corriere
FondazioneVeronesi
MayoClinic
Ncbi
Uppa

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