Stitichezza negli anziani: come affrontarla con l’avanzare dell’età
Le persone anziane possono soffrire di stipsi più degli adulti. Perché? E cosa si può fare?
1 Settembre 2023La stipsi è una problematica diffusa, specialmente quando gli stili di vita non sono idonei a mantenere in salute il proprio intestino. Le persone possono sperimentare questa condizione occasionalmente o in maniera cronica, non solo a causa di determinate patologie, ma anche per l'avanzare dell'età. La stitichezza, infatti, è particolarmente rilevante negli anziani e la sua diffusione aumenta di pari passo con il crescere dell'età. È molto importante riconoscerla e trattarla in maniera opportuna, perché le conseguenze, oltre che fastidiose, possono essere anche gravi.
Cosa si intende per stitichezza?
Si definisce stitichezza una condizione in cui i movimenti intestinali risultano 3 o meno durante la settimana. I sintomi associati includono feci dure, dolore durante l’evacuazione, difficoltà a defecare e a svuotare completamente l’intestino, accompagnati talvolta da gonfiore addominale. Si parla di stipsi cronica quando, in un arco di tempo di 12 mesi, tale sintomatologia si presenta per un tempo uguale o superiore a 3 mesi.
La percentuale di persone anziane che sperimentano episodi di stitichezza è più alta rispetto a quella delle persone sotto i 60 anni. In linea generale, infatti, si stima che circa il 16% degli individui soffra di costipazione intestinale cronica, con un rapporto che vede le donne accusare il disturbo con il doppio della frequenza. Con l’avanzare dell’età, in particolare sopra i 60 anni, le persone che accusano stipsi risultano essere oltre il 30% e la percentuale supera il 50% quando si tratta di persone ospitate in strutture a lungodegenza o in case di riposo.
Le cause della stitichezza negli anziani
Le principali cause che aumentano il rischio di stipsi negli anziani sono:
- decadimento fisiologico connesso all'età;
- abitudini, come quelle legate alla dieta o al movimento;
- disturbi acuti e cronici;
- assunzione di alcuni farmaci.
La quotidianità delle persone anziane si modifica radicalmente rispetto a quella dell’età adulta e delle persone che lavorano. Le abitudini cambiano e anche l’organismo, in maniera del tutto fisiologica, va incontro a cambiamenti che sono il risultato del naturale invecchiamento della persona. Non di rado si aggiungono patologie, spesso croniche, che contribuiscono ad accelerare e introdurre queste variazioni.
In base alle effettive cause, si distinguono:
- stitichezza primaria
- stitichezza secondaria
Con stitichezza primaria si fa riferimento a una stipsi funzionale, legata appunto al proprio funzionamento dell’intestino e che non è causata in maniera diretta da una patologia a dall’utilizzo di farmaci. Si possono riconoscere in questa categoria:
- stipsi con transito normale, caratterizzata da feci dure e discomfort addominale;
- stipsi con traffico rallentato, quando la motilità del colon è alterata;
- disturbi della defecazione, cioè manca la coordinazione nei muscoli deputati all’espulsione delle feci.
Quando la difficoltà nell’espulsione delle feci è correlata a una patologia o all’assunzione di medicinali, si parla allora di stitichezza secondaria.
Tra le cause fisiologiche vanno menzionate le alterazioni della motilità intestinale, le variazioni della presenza di collagene e quindi l’indebolimento della muscolatura addominale e del pavimento pelvico.
I principali fattori che aumentano il rischio di andare incontro a stipsi sono:
- l’abitudine a ignorare lo stimolo a defecare;
- la dipendenza da un caregiver per recarsi in bagno;
- uno scarso apporto di fibre nella dieta;
- una ridotta introduzione di liquidi e di alimenti;
- una ridotta possibilità di movimento, associata ad una vita più sedentaria.
Tra le patologie che contribuiscono alla costipazione addominale si evidenziano:
- demenza
- depressione
- diabete
- ipotiroidismo
- malattie cardiache ischemiche
- Morbo di Parkinson
- prolasso rettale
- oppiacei, usati per il dolore cronico
- FANS (Farmaci Antinfiammatori Non Steroidei)
- integratori di ferro e di calcio
- diuretici
- inibitori di pompa protonica (gastroprotettori)
- farmaci anticolinergici
Stitichezza negli anziani allettati
Le persone anziane vedono ridurre le loro possibilità di movimento con l’età. Oltre alla mancanza di esercizio, può capitare che alcune patologie o fratture costringano all’immobilità per un tempo piuttosto lungo. Una vita sedentaria raddoppia il rischio di andare incontro a stitichezza, mentre l’immobilità prolungata acuisce i sintomi ed espone al rischio di fecalomi. Un anziano allettato ha quindi più probabilità di avere difficoltà a defecare, e andranno perciò seguiti metodi e applicate posizioni idonee per facilitare l’espulsione.
Quali rimedi per la stitichezza negli anziani?
La stitichezza negli anziani si previene promuovendo abitudini adeguate e adottando trattamenti volti a svuotare l’intestino e a ridurre il disagio.
Innanzitutto è consigliabile la pianificazione del momento di andare in bagno, che idealmente dovrebbe essere al mattino appena svegli e circa 30 minuti dopo i pasti. Al contempo, è importante favorire la defecazione in seguito al sorgere del primo stimolo e predisporre un contesto favorevole che garantisca privacy e sostegno: è necessario prendersi il tempo necessario, e possibilmente tenere le ginocchia sollevate (poggiando i piedi su uno sgabello, per esempio).
Tenendo conto dell’età della persona e della sua capacità di deambulare, va poi incoraggiata l’attività fisica. La staticità aumenta il rischio di stipsi e il movimento, in modi e tempi proporzionati alle possibilità dell’individuo, riduce i sintomi della stitichezza, anche se ciò non è sufficiente per poter alleviare un disturbo severo.
Lassativi osmotici per la stitichezza negli anziani: come funzionano?
I lassativi osmotici sono una tipologia di lassativo il cui uso è piuttosto sicuro nei pazienti anziani. Naturalmente, la scelta della migliore opzione deve tenere conto dello stato di salute del singolo paziente, e tale decisione spetta al medico o al consiglio del farmacista.
I lassativi osmotici agiscono richiamando acqua nel lume intestinale, lo spazio cavo dell’intestino: di conseguenza le feci aumentano di volume, risultano più morbide e facili da espellere, grazie anche a un maggiore stimolo della peristalsi intestinale. A seconda della formulazione, va prestata particolare attenzione al rischio di squilibri elettrolitici, da evitare specialmente nei pazienti anziani. Tra i vari tipi di lassativi, che comprendono per esempio quelli emollienti, stimolanti e procinetici, quelli osmotici risultano tra i più efficaci nella stitichezza degli anziani e con il minor numero di effetti indesiderati.
L’alimentazione per la stitichezza negli anziani
La disidratazione è innanzitutto uno dei fattori di rischio per la comparsa di costipazione intestinale negli anziani. Pertanto, mantenere un apporto di liquidi adeguato risulta importante anche per garantire una sufficiente motilità intestinale. Diversi studi rivelano che, più che sulla stitichezza in sé, l’assunzione di pochi liquidi predispone l’anziano alla formazione di fecalomi.
Nella dieta contro la stitichezza, anche per gli anziani vale l'occorrenza di introdurre quotidianamente una determinata quantità di fibre. Queste, in base alla loro natura (solubili o insolubili), attirano acqua nell’intestino o accrescono il volume delle feci, contribuendo in ogni caso a una migliore espulsione. Generalmente, sono raccomandati tra i 20 e i 35 grammi giornalieri di fibre. Tuttavia, l’assunzione di fibre in soggetti sensibili può causare un peggioramento dei sintomi e favorire la comparsa di gonfiore addominale e flatulenza, specialmente se introdotte in maniera repentina nella dieta.
Probiotici, un aiuto per la stitichezza
In tarda età, il microbioma intestinale subisce dei cambiamenti che possono comportare dei disordini nell’evacuazione. I probiotici, in questo, sembrano avere un ruolo nel ridurre il transito intestinale e ammorbidire la consistenza delle feci, migliorandone perciò l'eliminazione.
Anziani con stipsi: quando preoccuparsi?
Fenomeni di stipsi negli anziani possono protrarsi anche per diversi giorni. Il rischio primario è quello della formazione di un fecaloma, una condizione che va trattata adeguatamente. Si tratta di un accumulo di materiale fecale indurito nel retto che l’intestino non riesce a espellere da solo. Tale situazione non è così rara nell’anziano soggetto a stipsi cronica e può essere determinata anche dall’uso eccessivo,o comunque non congruo, di lassativi. Per la rimozione di un fecaloma, in relazione alle sue caratteristiche (come la posizione) si impiegano clisteri o supposte, ma può rendersi necessaria anche la rimozione manuale eseguita da un professionista sanitario. Il monitoraggio del transito intestinale dell’anziano è quindi fondamentale, soprattutto in ragione di possibili conseguenze anche gravi, come l’occlusione intestinale, che in alcuni casi può rendere necessario persino un intervento chirurgico.
Quando una persona anziana soffre di stipsi è anche importante fare caso ad alcuni campanelli d'allarme:
- stato confusionale
- dolore addominale acuto discontinuo
- nausea e vomito
- presenza di sangue nelle feci
- incontinenza fecale
In questi casi è sempre consigliabile rivolgersi al proprio medico di fiducia ed eventualmente recarsi al pronto soccorso più vicino.
Fonti
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Maria Cristina Neri, La stipsi nell’anziano, Rivista Società Italiana di Medicina Generale n. 6 • vol. 26 • 2019 pag-84.97
Mounsey A, Raleigh M, Wilson A. Management of Constipation in Older Adults. Am Fam Physician. 2015 Sep 15;92(6):500-4. PMID: 26371734
Chronic constipation in the elderly: a primer for the gastroenterologist - BMC Gastroenterology
Constipation in Elderly People: Diagnosis, Treatment, and Outlook - HealthLine
Fecal impaction - MedlinePlus Medical Encyclopedia