Intolleranza al lattosio: ecco i principali sintomi neurologici
13 Settembre 2023I sintomi dell’intolleranza al lattosio tendono a riguardare soprattutto stomaco e intestino, ma esistono anche altre aree che possono essere colpite. In alcuni casi, seppur raramente, l’intolleranza al lattosio può dare origine ad alcuni sintomi neurologici.
Cosa si intende per intolleranza al lattosio?
Il malassorbimento del lattosio si verifica quando l’organismo non dispone a sufficienza di un enzima fondamentale per digerire il disaccaride: si tratta dell’enzima lattasi, presente sulla mucosa dell’intestino tenue, la prima parte di intestino dove viene assorbita gran parte dei nutrienti.
In condizioni normali, l’enzima lattasi permette di scindere il lattosio, classificabile come zucchero, in due zuccheri più semplici, il galattosio e il glucosio. In caso di ipolattasia - cioè di scarsità di tale enzima - si va incontro al malassorbimento. Ciò non significa che è necessariamente presente un’intolleranza al lattosio, che si manifesta invece solo nel 30-50% delle persone con deficit di lattasi.
Il malassorbimento del lattosio può essere primario, secondario o congenito. La prima è l’eventualità più comune: alla nascita l’enzima è presente ma tende a diminuire con la crescita. La seconda, solitamente temporanea, è legata alla conseguenza di un trauma, di una malattia della parete intestinale o di una terapia farmacologica; l’ultima, piuttosto rara, implica l’assenza dell’enzima fin dai primi giorni di vita.
I principali sintomi dell’intolleranza al lattosio
Prendendo in considerazione il caso più diffuso, cioè quello di un malassorbimento che compare dopo un certo periodo di tolleranza, possiamo dire che i sintomi dell’intolleranza al lattosio tendono a presentarsi entro i 20 anni di vita, anche se con qualche eccezione.
Solitamente i disturbi più comuni dell’intolleranza al lattosio sono:
- diarrea
- presenza di gas e gonfiore addominale
- crampi
- borborigmi (caratteristici rumori dell’intestino)
- flatulenza
Questi sintomi che riguardano l’intestino sono il risultato della fermentazione del lattosio, costretto a stazionare nell’organo prima di essere espulso altrimenti. La popolazione di microrganismi che normalmente vive nell’intestino innesca questa reazione che porta all’aumento di gas e liquidi. Meno frequenti sono invece la nausea e il vomito.
Sintomi neurologici dell’intolleranza al lattosio: quali sono?
Nel corso degli anni sono stati condotti numerosi studi sull'intolleranza al lattosio e i suoi sintomi extra-intestinali. Tuttavia, i risultati ottenuti sono spesso discordanti e non del tutto chiari. Questa incertezza è dovuta alle dimensioni esigue dei campioni di alcune ricerche, arrivando in alcuni casi a supposizioni basate su singoli casi. Nonostante ciò, alcune fonti ritenute più affidabili individuano specifici sintomi, associati all’intolleranza al lattosio, che non riguardano l’apparato digerente.
Uno studio, per esempio ha cercato di verificare la presenza di un’associazione tra l’intolleranza al lattosio e determinate malattie. Per quanto riguarda i disturbi mentali, è stata individuata una maggiore compresenza di patologie come la depressione, ansia, attacchi di panico, schizofrenia, disturbi affettivi bipolari e disturbi somatoformi. Per la depressione, in particolare, è stata notata un’associazione con l’intolleranza al fruttosio, che spesso si manifesta assieme a quella al lattosio: all’origine potrebbero esserci aspetti biochimici, più precisamente una mancanza dell’ormone serotonina, coinvolto nel tono dell’umore.
Altri sintomi extra-intestinali dell’intolleranza al lattosio riportati dalle indagini scientifiche sembrano attribuibili al formarsi di alcune sostanze tossiche dannose per l’organismo, in particolare acetaldeide, acetone ed etanolo. Problemi come mal di testa e deterioramento della memoria (oltre a sintomi come ulcere in bocca, secchezza delle mucose, alterazioni del ritmo cardiaco) colpiscono secondo le stime tra il 20 e il 50% degli intolleranti al lattosio.
Cos’è la SIBO? Perché comporta sintomi neurologici?
La SIBO è una condizione caratterizzata dalla presenza eccessiva di batteri nell'intestino tenue: la sigla sta infatti per Small Intestinal Bacterial Overgrowth, in italiano sovracrescita batterica nell'intestino tenue. Di norma, l'intestino ospita una popolazione di microrganismi chiamata microbiota intestinale, che svolge un ruolo fondamentale per la salute umana. La presenza di tali microrganismi nell'intestino, però, deve essere equilibrata e controllata. La SIBO è un esempio di squilibrio del microbiota intestinale.
È stato osservato che molte persone affette da intolleranza al lattosio sviluppano successivamente la SIBO, tanto che, nonostante l’eliminazione dalla dieta di prodotti caseari, spesso continuano ad avere sintomi intestinali. Oltre ai sintomi gastrointestinali, la SIBO sembra essere connessa a una sensazione di confusione mentale e difficoltà di concentrazione (rappresentata dal termine “brain fog”), insieme a stanchezza e debolezza. La SIBO, alla lunga, può compromettere inoltre l'assorbimento di sostanze come il ferro e la vitamina B12, la cui carenza può comportare affaticamento.
Va ricordato, infine, che è ormai appurata l'esistenza dell’asse intestino-cervello, una connessione per la quale disturbi intestinali, stress e ansia sono collegati e si influenzano a vicenda.
Fonti
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