Il caffè irrita l’intestino?

Il caffè, una bevanda molto amata, in alcuni casi può alterare l’equilibrio intestinale, soprattutto se si soffre di intestino irritabile

6 Ottobre 2023
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Il caffè è una delle bevande più diffuse e bevute al mondo: espresso, americano, filtrato, con ghiaccio… In Italia si beve comunemente a colazione, dopo i pasti o per una pausa dal lavoro. Andrebbe però consumato con moderazione: chi beve troppo caffè o ha alcune patologie, come la sindrome da reflusso gastroesofageo o la sindrome del colon irritabile, potrebbe riscontrare anche effetti negativi, come bruciore di stomaco o alterazioni nella regolarità intestinale. Se consumato nelle giuste dosi e in assenza dei problemi appena citati, il caffè può portare alcuni benefici, grazie ad alcune sostanze che contiene. 

Gli effetti del caffè sull’intestino

Le proprietà del caffè, e quindi gli effetti del caffè sull’intestino, variano anche in base alla tostatura e ai metodi di produzione del prodotto.

Secondo alcuni studi il caffè, se bevuto in dosi adeguate, può essere benefico per l’organismo:

  • la caffeina produrrebbe un aumento della dopamina, con un effetto neuroprotettivo;
  • i polifenoli sono sostanze naturali, presenti in alcuni cibi, con un effetto antinfiammatorio e antiossidante e perciò protettivo nei confronti di malattie autoimmuni e di origine tumorale;
  • infine, in un terzo della popolazione, il caffè sembrerebbe aumentare la mobilità intestinale.

Su quest’ultimo punto all’Università del Texas sono stati condotti degli studi su dei ratti, per capire l’effetto che il caffè avrebbe sullo stimolo alla defecazione. È stato osservato che una più alta concentrazione di caffè nell’organismo provocava maggiori contrazioni della muscolatura intestinale, responsabile anche della peristalsi (ovvero dei movimenti intestinali). E questo avveniva anche quando il caffè somministrato era decaffeinato, cioè con una concentrazione di caffeina nettamente minore.

Gli effetti lassativi del caffè, a vantaggio della motilità intestinale, non sarebbero però dovuti alla caffeina, presente in minima parte anche nel caffè decaffeinato. Questa sostanza non può essere infatti eliminata completamente: una tazzina di caffè decaffeinato ne contiene circa 2 mg, mentre il caffè normale può averne da 50 a 120 mg.

Il caffè inoltre sembra avere degli effetti sul microbiota (l’insieme di funghi, virus e batteri ospiti nel nostro corpo e che regolano importantissime funzioni, meritandosi così il nome di batteri “buoni”). La stessa ricerca sui topi andava a indagare anche la presenza di batteri nelle feci ed è emerso che il caffè avrebbe un effetto battericida; non è però ancora chiaro se la sua azione colpisce batteri buoni o quelli nocivi.

Del resto, non esiste una conferma definitiva su quali siano le proprietà benefiche del caffè, perché i risultati degli studi si caratterizzano per una grande variabilità.

Sulle conseguenze negative di un abuso di caffè ci sono invece più certezze. Un eccessivo consumo giornaliero di caffè può portare a:

  • ipertensione;
  • disturbi cardiovascolari.

Inoltre si consiglia spesso di evitare o almeno limitare il caffè a quei soggetti che soffrono già di disturbi del tratto gastrointestinale, come la sindrome da reflusso gastroesofageo o la sindrome dell’intestino irritabile, perché il caffè può irritare l’intestino.

Caffè e colon irritabile

Nelle diete per gestire i sintomi di reflusso e intestino irritabile, si consiglia sempre di ridurre o eliminare il caffè. Questo perché contiene un acido che pare essere il responsabile di una maggiore motilità intestinale, il che potrebbe aggravare i sintomi della sindrome dell’intestino irritabile: dopo l’assunzione di caffè potrebbe ad esempio insorgere mal di pancia e, in alcuni casi, si può verificare diarrea, un altro dei sintomi dell’intestino irritabile.

La sostanza responsabile non sarebbe quindi la caffeina, e di conseguenza anche il caffè decaffeinato è dannoso per il colon irritabile. Sembra che il caffè infiammi l’intestino nella misura in cui altera la flora batterica, ovvero il microbiota.

I soggetti con patologie del tratto gastrointestinale dovrebbero anche evitare di bere il caffè a stomaco vuoto.Per coloro che non soffrono di queste problematiche è comunque consigliabile evitare di bere solo caffè a colazione, perché il primo pasto della giornata è fondamentale per ottenere il giusto apporto di calorie e di energia. 

Per concludere, si può quindi affermare che il caffè fa male all’intestino in caso di consumo eccessivo (con eventuali altre conseguenze, come l’ipertensione) e in presenza di patologie pregresse, come quella dell’intestino irritabile.

Fonti

Corriere
Focus
FondazioneVeronesi
Humanitas
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Microbioma

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