Stitichezza negli anziani: quando preoccuparsi dei sintomi e come intervenire
Le persone anziane possono non evacuare per giorni: come aiutare e quando fare attenzione?
4 Settembre 2023La stitichezza negli anziani è un fenomeno estremamente comune, tanto che i dati parlano di una percentuale di persone che ne soffre che raddoppia una volta superati i 60 anni di età e che si fa ancora più alta quando il disturbo riguarda persone istituzionalizzate, per esempio nelle case di riposo. Si tratta di una condizione che diventa cronica e che va gestita con buone abitudini ed eventualmente lassativi. Quando invece preoccuparsi?
Definizione di stipsi
Con stipsi si intende un numero ridotto di defecazioni rispetto al proprio standard. Di norma, il numero minimo di defecazioni dovrebbe essere almeno pari a tre volte a settimana. I sintomi distintivi della stitichezza cronica includono:
- necessità di sforzo durante la defecazione;
- sensazione di defecazione incompleta;
- feci dure e/o caprine;
- gonfiore addominale.
Tale sintomatologia deve presentarsi per almeno tre mesi durante un arco temporale di 12 mesi per considerare una forma cronica del disturbo.
Stitichezza negli anziani: cause
La stipsi è un disturbo gastrointestinale comune tra gli anziani, spesso legato a cambiamenti fisiologici legati all'età e a fattori di rischio come abitudini, malattie, e uso di specifici farmaci. Negli anziani la stitichezza è un problema complesso e multifattoriale, che richiede perciò un'attenta valutazione delle cause specifiche per consentire una corretta gestione e un adeguato trattamento.
Esistono però dei fattori predisponenti, in parte connessi allo stesso avanzare dell’età. Le funzioni dell’apparato digerente vengono alterate da un indebolimento della muscolatura e dal venir meno di alcune sostanze, come il collagene, una proteina che apporta appunto elasticità e forza ai muscoli. Si aggiungono poi fattori psicologici e sociali, come la necessità di affidarsi ad altre persone per l’espletamento dei bisogni, depressione o mancata attenzione al momento di alimentarsi e idratarsi. Negli anziani si riduce infatti il senso della sete, e ciò li porta a non introdurre liquidi a sufficienza. Le difficoltà nel mangiare, legate per esempio a problemi nella masticazione o nella deglutizione, comportano l’assunzione del cibo in quantità minori o estremamente frullato, con un conseguente minor apporto di fibre.
Dopo quanti giorni di stitichezza è bene preoccuparsi?
Il tempo che incorre tra una evacuazione e l’altra non è l’unico fattore da considerare in caso di stipsi: è importante porre attenzione anche alla qualità degli episodi, per esempio osservando la consistenza e la forma delle feci e monitorando sintomi che potrebbero essere il segnale di qualcosa che non va.
Innanzitutto, in caso l’anziano abbia problemi di stipsi ostinata, il consiglio è sempre quello di lasciarsi guidare dalle competenze del medico di famiglia, che conosce anche la storia e le abitudini del paziente e sa individuare eventuali segni patologici.
Alcuni elementi che dovrebbero allarmare in caso di stitichezza sono:
- sanguinamento anale e feci con sangue
- dolori addominali
- perdita di peso
- vomito
Il rischio di fecaloma
Un fecaloma rappresenta una complicanza significativa associata alla stipsi cronica negli anziani. Si tratta di un accumulo di materia fecale indurita che rimane bloccata all'interno del retto o del colon; si forma quando le feci permangono a lungo nell’intestino, perché i liquidi in esse contenuti vengono riassorbiti dalle pareti Può essere determinato anche da scarsa idratazione e favorito dall’assunzione di determinati farmaci, ed è più frequente in pazienti con particolari patologie, come l’insufficienza renale cronica.
Tra i sintomi da tenere d’occhio quando si soffre di stipsi cronica, infatti, un segnale d’allarme è una diarrea di tipo acquoso, che compare all'improvviso e che può essere il risultato di un’aumentata produzione di muco da parte dell’intestino, causata proprio dalla presenza del fecaloma.
Un primo approccio prevede l’uso di lassativi di tipo osmotico e clisteri, per tentare di ammorbidire la massa. Se ciò non è sufficiente, si rende necessario l’intervento di un operatore sanitario, il quale rimuoverà manualmente le feci, lubrificando il canale con l’ausilio di specifici prodotti.
Occlusione intestinale, una severa complicazione del fecaloma
La presenza di un fecaloma può determinare un’occlusione intestinale, un fenomeno che può avere gravi conseguenze e va trattato al più presto per evitare la necrosi e la perforazione dell’intestino. Devono destare sospetti, in caso di stipsi negli anziani:
- nausea
- vomito
- forte dolore addominale
- assenza di movimenti intestinali
Un’occlusione di questo tipo deve essere trattata in ospedale: qui si procederà innanzitutto a reidratare la persona e successivamente, in base alla gravità, verrà introdotto un sondino naso-gastrico per limitare il gonfiore e ridurre la presenza di fluidi in eccesso nello stomaco e nell’intestino. Oltre all’utilizzo di clisteri evacuativi, potrebbe rendersi necessario l’intervento chirurgico.
Come aiutare un anziano a defecare
Il trattamento della stitichezza negli anziani deve innanzitutto tenere conto delle cause che la determinano. Non necessariamente cambiare abitudini e dieta risulta efficace nei pazienti che soffrono di stipsi cronica, perché alla base possono esserci patologie o effetti collaterali di farmaci.
Nelle persone che conservano una certa mobilità va favorito l’uso del WC, ed è opportuno fornire loro un sostegno per recarsi in bagno e dei supporti per sorreggersi quando si siedono. La defecazione a letto (effettuata ad esempio con la padella) deve essere limitata a quei casi in cui la movimentazione non è proprio possibile. Si tratta infatti di una posizione innaturale, specialmente se si lascia l’anziano sdraiato e non si ha disposizione un letto articolato: se la persona è allettata, è da preferire la posizione laterale sinistra, che agevola il transito nell’ultimo tratto di intestino.
Una dieta non adeguata può peggiorare la stitichezza: per questo motivo va incrementata l'assunzione di fibre, che possono aumentare il volume delle feci e ammorbidirle. Sono contenute in frutta, verdura e cereali, ma è importante prestare attenzione ad alcuni soggetti, perché possono sviluppare gonfiore addominale. Assumere molte fibre senza corretta idratazione, inoltre, può essere controproducente.
Un aiuto può arrivare anche dal consumo di alimenti probiotici: uno squilibrio dei microrganismi che popolano il tratto intestinale, infatti, può comportare diarrea o, al contrario, stipsi.
Uso dei lassativi negli anziani
I lassativi sono una soluzione per la stitichezza negli anziani quando la dieta e lo stile di vita non riescono a migliorare la condizione. I tipi più comuni di lassativi sono:
- lassativi osmotici, cha aumentano le secrezioni da parte dell’intestino;
- lassativi emollienti, che lubrificano le feci;
- lassativi stimolanti, che inducono il movimento dell’intestino.
I lassativi osmotici, in particolare, sono ben tollerati e si possono utilizzare anche per periodi prolungati. Sono composti da sostanze non assorbibili dall’intestino, il quale per eliminarle richiama acqua all’interno del canale, facilitando così l’espulsione delle feci.
Fonti
Mari A, Mahamid M, Amara H, Baker FA, Yaccob A. Chronic Constipation in the Elderly Patient: Updates in Evaluation and Management. Korean J Fam Med. 2020
Fecal impaction - MedlinePlus Medical Encyclopedia
De Giorgio, R., Ruggeri, E., Stanghellini, V. et al. Chronic constipation in the elderly: a primer for the gastroenterologist. BMC Gastroenterol 15, 130 (2015)
Intestinal obstruction - Diagnosis and treatment - Mayo Clinic Maria Cristina Neri, La stipsi nell’anziano, Rivista Società Italiana di Medicina Generale n. 6, vol. 26, 2019 pp. 84-97