Quali lassativi si possono assumere durante la gravidanza?

In gravidanza la stipsi è un problema molto diffuso, e non sempre cambiare le proprie abitudini è sufficiente. Quali lassativi usare in questi casi?

18 Luglio 2023
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Uno dei problemi che le donne in dolce attesa si trovano spesso a dover affrontare, insieme alle nausee e ai numerosi cambiamenti fisici, è la stitichezza, soprattutto se ne soffrivano anche prima del concepimento. Nella maggior parte dei casi una dieta ricca di fibre e un’attività fisica regolare aiutano a ripristinare la regolarità, ma trattandosi di un problema multifattoriale, causato anche dal livello di alcuni ormoni e dalla crescita del feto, a volte tali soluzioni non bastano. In questi casi è possibile ricorrere a rimedi farmacologici, come i lassativi, ma sempre sotto consiglio del proprio medico.

Lassativi in gravidanza

L’uso di lassativi in gravidanza non è sempre indicato: essendo farmaci è necessario consultare il proprio medico, che saprà consigliare una tipologia di lassativi che siano efficaci ma che al tempo stesso non danneggino né la madre né il bambino.

È importante tenere sempre presente che l’uso di lassativi, in gravidanza e non, deve essere limitato a quei casi in cui la stitichezza non si risolve cambiando le proprie abitudini alimentari e il proprio stile di vita.

In particolare, durante la gravidanza, prima di assumere farmaci, e quindi anche lassativi, è imprescindibile chiedere al proprio medico: molti lassativi non vengono assorbiti in modo sistemico e quindi non sono dannosi, se utilizzati correttamente, ma altri possono essere nocivi e causare, ad esempio, contrazioni uterine premature.

Niente fai-da-te, quindi, anche per i lassativi che non necessitano di ricetta medica. È inoltre fondamentale seguire le indicazioni sulla posologia; in generale, infatti, i lassativi devono essere assunti in modo episodico (al bisogno, appunto), e per un periodo di tempo limitato, altrimenti si rischia di peggiorare la situazione, anziché migliorarla.

Lassativi in gravidanza: quali usare?

Abbiamo visto come non tutti i lassativi siano sicuri per le donne incinte. Quindi, in caso di stitichezza in gravidanza, cosa prendere? Vediamo in generale quali tipologie di lassativi non sono dannose durante la gestazione.

I lassativi, infatti, possono essere suddivisi in più categorie in base a come agiscono per ripristinare la regolarità intestinale:

  • lubrificanti: come suggerisce il nome, ammorbidiscono le feci, rendendone più agevole l’espulsione;
  • di massa: aumentano il volume delle feci e il loro contenuto di acqua, così che siano più morbide;
  • osmotici: ammorbidiscono le feci richiamando acqua nel colon;
  • stimolanti: agiscono sulle cellule nervose dell’intestino, e quindi sulla peristalsi, ovvero le contrazioni che permettono l’evacuazione.

Nello specifico, fra i lassativi che possono essere prescritti in gravidanza ci sono:

  • glicerina: lassativo lubrificante che si assume attraverso supposte o clisteri;
  • lattulosio: zucchero con proprietà lassative e prebiotiche;
  • sorbitolo: zucchero con proprietà iperosmotiche, che richiama quindi una maggiore quantità di acqua nel colon. Si trova in natura nelle prugne essiccate;
  • psyllium: come gli altri lassativi di massa, ha la proprietà di accrescere il proprio volume a contatto con l’acqua (fino a 25 volte il suo peso) aumentando di conseguenza anche quello delle feci, alle quali si aggiunge; può però dare, come effetti collaterali, gonfiore e flatulenza;
  • metilcellulosa: è un lassativo di massa, e, in quanto tale, assorbe acqua, per cui è necessario bere molto quando viene assunto.

Lassativi in gravidanza: rischi

È importante ricordare che alcuni lassativi,  se assunti in gravidanza, possono comportare degli effetti collaterali. Fra i più comuni si evidenziano gonfiore e meteorismo. I rischi dei lassativi in gravidanza sono legati anche al loro utilizzo(ad esempio se eccessivamente prolungato) e alla loro tipologia. Sono da evitare:

  • lassativi osmotici salini (come ad esempio il citrato di magnesio e il fosfato di sodio), perché possono causare ritenzione di sodio nella madre e squilibri elettrolitici sia nella madre che nel feto;
  • oli vegetali: nonostante l’origine naturale possa far pensare che siano innocui, possono causare contrazioni uterine premature;
  • stimolanti: sarebbero da evitare perché possono causare un’irritazione delle mucose intestinali ed eventualmente stitichezza cronica. Fanno parte di questa categoria anche gli idrossiantracenici (molecole contenute nell’aloe, nel rabarbaro, nella senna), che nel 2021 l’EFSA (Autorità europea per la sicurezza alimentare) ha dichiarato non sicuri.

Infine, è opportuno precisare che in generale molti lassativi non sono assorbiti (o lo sono in minima parte) in modo sistemico, ovvero da tutto l’organismo, e quindi non risultano dannosi per il feto. Nonostante ciò, il loro utilizzo prolungato può essere comunque nocivo, con effetti collaterali anche gravi. Non esistono però sufficienti studi in merito, e quindi è necessario rivolgersi a un medico, che valuterà caso per caso.

Stipsi in gravidanza: rimedi

Vale la pena ricordare che i rimedi per la stitichezza in gravidanza sono principalmente legati alle proprie abitudini, prima di tutto alimentari, ma non solo. In caso di movimenti intestinali scarsi, difficoltà nell’evacuazione e sintomi correlati come gonfiore e flatulenza, anche in gravidanza è fondamentale:

  • seguire una dieta contro la stitichezza, varia ed equilibrata, e soprattutto ricca di fibre;
  • svolgere attività fisica in modo regolare: non importa essere atleti, ma anche in gravidanza, quando non è sconsigliato dai medici per motivi ben precisi, è importante fare movimento. Alcuni esercizi specifici per la stitichezza in gravidanza possono dare sollievo, ma la cosa migliore è fare un’attività fisica costante (ad esempio una passeggiata quotidiana di almeno mezz’ora).

Solo quando questi accorgimenti non sono sufficienti, o sussistono condizioni di salute particolari (come nel caso di alcune patologie), il medico prescrive dei farmaci lassativi, e lo fa sempre raccomandandone un uso adatto allo stato di gravidanza, ovvero un’assunzione saltuaria e per pochi giorni di seguito.

Fonti

Aifa
Corriere
Humanitas
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Issalute
IstitutoMarioNegri
MayoClinic
Ncbi
Uppa

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