Disbiosi intestinale: cause, sintomi e opzioni di trattamento
Scopri cos’è la disbiosi intestinale, quali sono le sue cause, i sintomi più comuni e come intervenire
27 Maggio 2025
L’intestino viene spesso definito il “secondo cervello”, non solo per le sue funzioni biologiche essenziali, ma anche per la profonda influenza che esercita sulla salute generale e sul benessere mentale. L’intestino ospita un ecosistema complesso, il microbiota intestinale, composto da miliardi di batteri “buoni”, che svolgono ruoli fondamentali nella digestione, nell’assorbimento dei nutrienti, oltre a supportare anche il sistema immunitario. Un piccolo universo, delicato ed equilibrato, che, purtroppo a volte può venir alterato: quando questo succede si verifica la disbiosi intestinale, una condizione che può provocare disturbi digestivi e infiammazioni.
In questo articolo esploriamo il mondo del microbiota intestinale, analizzando le cause e i fattori scatenanti della disbiosi, i sintomi, i trattamenti e le possibili conseguenze, fino alle strategie per mantenere una buona salute intestinale.
Disbiosi intestinale: cos’è?
La disbiosi intestinale è un’alterazione della flora batterica, causata da uno squilibrio del microbiota intestinale, l’insieme di microrganismi che popolano l’intestino e ne supportano il benessere e la regolarità. Questo ecosistema è costituito da una comunità di microorganismi simbionti, tra cui batteri, virus e funghi, che lavorano in sinergia per mantenere l’equilibrio intestinale. La disbiosi si manifesta con una crescita eccessiva di batteri patogeni a discapito di quelli “buoni”, causando una serie di disturbi intestinali ed extraintestinali. Tuttavia, quando questo equilibrio viene meno, anche la digestione ne risente, causando disturbi gastrointestinali. L’intestino dipende da un equilibrio delicato che, se compromesso, può influire negativamente sulla sua funzionalità.
I sintomi della disbiosi intestinale
La disbiosi intestinale può causare un’infiammazione dell’intestino, alterando l’equilibrio del microbiota e compromettendo varie funzioni. I sintomi possono variare da persona a persona, ma riguardano principalmente disturbi intestinali.
Tra i sintomi più comuni ci sono:
- gonfiore addominale
- dolori addominali
- diarrea
- stipsi
- meteorismo
- digestione lenta
- sensazione di pesantezza
Tuttavia, la disbiosi intestinale non riguarda solo l’apparato digerente. Poiché l’intestino è strettamente collegato al sistema immunitario, nervoso e ormonale, uno squilibrio della flora batterica può manifestarsi con sintomi che interessano anche altre parti del corpo, causando dolori e disturbi più generali. Ecco alcuni esempi:
- cefalee e mal di testa
- disturbi del sonno, come l’insonnia o i risvegli notturni
- infiammazioni e infezioni del tratto urogenitale (ad esempio vaginiti, candida, cistiti, ecc.)
- patologie della pelle, come orticaria o dermatite atopica
- afte e infiammazione nella bocca
- allergie e intolleranze
- alterazioni dell’umore, come ansia e depressione
Poiché si tratta di sintomi generici e comuni ad altre patologie, riconoscere la disbiosi intestinale può essere difficile. Tuttavia, l’intestino svolge un ruolo fondamentale nel benessere generale dell’organismo: uno squilibrio del microbiota può influire non solo sull’umore, ma anche sul sistema immunitario e, di conseguenza, sulla salute fisica. Identificare tempestivamente la disbiosi intestinale è essenziale per migliorare la qualità della vita.
Quali sono le cause della disbiosi intestinale?
L’alterazione della flora batterica può derivare da molteplici fattori, spesso interconnessi. Tra le principali cause della disbiosi intestinale troviamo:
- Alimentazione scorretta
Una dieta scorretta, fatta di grassi saturi e zuccheri, ma povera di fibre, può alterare l’equilibrio del microbiota intestinale, provocando alterazioni della flora batterica e altri disturbi. Gli alimenti industriali, come le bevande zuccherate, e anche una scarsa presenza di frutta, verdura, legumi e cereali nella dieta, può provocare la crescita di batteri patogeni e può portare quindi anche disturbi alla salute. Per evitare la disbiosi intestinale è fondamentale sapere quali sono i cibi da evitare e quelli consigliati per il benessere e per la salute.
- Stress e disturbi emotivi
Come abbiamo visto, intestino e cervello sono collegati e uno stress prolungato, uno stato di ansia eccessivo o depressione possono causare disturbi gastrointestinali.
- Assunzione eccessiva di determinati farmaci
Un eccessivo uso o abuso di antibiotici, lassativi e antinfiammatori (FANS), può alterare la flora batterica, eliminando non solo i batteri nocivi, ma anche quelli essenziali per la salute dell’intestino.
- Squilibri ormonali
Cambiamenti legati al ciclo mestruale, alla gravidanza, alla menopausa o alle disfunzioni tiroidee possono favorire la disbiosi.
Il malfunzionamento dell’intestino può essere influenzato anche da sedentarietà o, al contrario, un’attività fisica eccessiva, così come da inquinamento e da un sonno irregolare o insufficiente.
In sintesi, la disbiosi intestinale può derivare da molteplici cause che possono portare ad un mancato equilibrio dello stile di vita. Anche se non è sempre facile, individuare le cause scatenanti è importante per poter intervenire con strategie mirate per ripristinare nel modo corretto la flora batterica e migliorare il benessere non solo intestinale, ma anche quello generale.
Come si cura la disbiosi intestinale?
La cura della disbiosi dipende principalmente dalle cause che la provocano. Tuttavia, l’assunzione dei probiotici e una corretta alimentazione sono due pilastri fondamentali nel trattamento di questo disturbo. I probiotici sono quei batteri “buoni” che, all’interno della flora batterica, aiutano a riequilibrare il microbiota. Si possono trovare in alcuni alimenti fermentati, ma nei casi di disbiosi spesso vengono consigliati sotto forma di integratori. Allo stesso modo, anche l’assunzione dei prebiotici può aiutare a riequilibrare la flora batterica: queste fibre alimentari nutrono i batteri “buoni” già presenti nell’intestino. Per quanto riguarda l’alimentazione, una dieta mirata ed equilibrata è fondamentale per ristabilire il corretto assetto dell’intestino e della flora batterica. È buona norma inserire nella dieta alimenti ricchi di fibre, grassi buoni (senza esagerare), limitare zuccheri e cibi confezionati, evitare alcol e cibi irritanti e idratarsi bene, bevendo molta acqua.
Oltre a questi due aspetti principali, è importante prestare attenzione alla gestione dello stress e svolgere un’attività fisica regolare. È consigliabile praticare tecniche di meditazione, yoga o rilassamento per migliorare non solo i livelli di stress e ansia, ma anche la qualità del sonno. Infine, l’esercizio fisico regolare aiuta a migliorare la motilità intestinale e a ridurre l’infiammazione.
Ovviamente ogni caso di disbiosi è da trattare singolarmente: sarà il medico o il nutrizionista a offrire il giusto supporto per individuare e agire su eventuali intolleranze o squilibri.
Dieta per disbiosi intestinale: cosa mangiare e cosa evitare
Tra gli aspetti principali per la cura della disbiosi c’è sicuramente l’alimentazione, che gioca un ruolo chiave nel riequilibrio del microbiota intestinale. Per questo esistono degli alimenti consigliati ed altri da evitare per ridurre l’infiammazione, migliorare la digestione e favorire la crescita dei batteri “buoni” all’interno dell’intestino.
Alcuni alimenti consigliati sono:
- cibi con fibre prebiotiche (come i carciofi, i porri, gli asparagi e le cipolle, ma anche le lenticchie o i ceci, l’avena o la quinoa e le mele e le pere)
- cibi probiotici (come lo yogurt, il miso, il kefir o i crauti)
- grassi sani e proteine (come pesce azzurro, carne bianca, uova, olio extravergine di oliva)
Tra gli alimenti da evitare troviamo:
- gli zuccheri raffinati, quelli che si trovano nelle bibite zuccherate o nei dolci industriali
- i cibi processati e ricchi di additivi (come gli snack confezionati o il cibo dei fast food)
- i cibi con glutine o latticini, che, se mal tollerati, potrebbero causare infiammazione intestinale
- alcol e caffè, in quanto irritano la mucosa intestinale.
Indipendentemente dalle cause e dalle motivazioni, un altro aspetto importante è l’idratazione: bere molta acqua, meglio se tisane digestive, favorisce il ripristino dell’equilibrio intestinale.
Quali sono le conseguenze della disbiosi intestinale?
Non si parla solo di disturbi digestivi, le conseguenze della disbiosi intestinale, infatti, possono essere molto più ampie perché l’intestino è strettamente collegato a vari organi e apparati, come quello nervoso, immunitario e ormonale. Le conseguenze della disbiosi possono essere molteplici: gonfiore addominale, diarrea, stipsi, meteorismo e sindrome dell’intestino irritabile e infiammazioni croniche. A questi, si aggiungono anche: infiammazioni, indebolimento del sistema immunitario, problemi alla pelle, disturbi dell’umore.
Un microbiota alterato può indebolire facilmente le difese dell’organismo. Un sistema immunitario compromesso aumenta la predisposizione a infezioni ricorrenti e malattie autoimmuni, come reumatoide, celiaca e tiroidite di Hashimoto. Inoltre, la disbiosi intestinale può contribuire alla comparsa di acne, dermatiti, orticaria e psoriasi.
A volte non è semplice né individuare la causa né seguire una cura per eliminare la disbiosi intestinale, poiché i sintomi possono sovrapporsi, come nel caso dello stress e dell’ansia. Questi disturbi legati all’umore, così come l’insonnia e la difficoltà di concentrazione, sono sia causa che conseguenza della disbiosi. L’unico modo per interrompere questo ciclo è adottare un approccio integrato: probiotici, una corretta alimentazione, tecniche di rilassamento e attività fisica, come yoga o meditazione, ideali per migliorare la salute intestinale e il benessere generale.
Le conseguenze della disbiosi possono estendersi ben oltre l’intestino, influenzando la salute generale. Per questo è fondamentale riconoscere i segnali e intervenire con un’alimentazione equilibrata, probiotici, gestione dello stress e uno stile di vita sano.
Fonti