Probiotici per la disbiosi intestinale: come scegliere i più adatti

Probiotici e intestino: guida completa per scegliere e assumere quelli più efficaci

19 Maggio 2025
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Cosa sono i probiotici?

I probiotici sono microrganismi che, se assunti in quantità adeguate, apportano benefici alla salute e al benessere fisico. Questi microrganismi “buoni” sono già presenti naturalmente nell’intestino di ogni essere umano e contribuiscono a mantenere l’equilibrio del microbiota intestinale, ecosistema complesso costituito da miliardi di batteri, virus e funghi. Nel caso specifico del microbiota, questo svolge un ruolo fondamentale nella digestione, nell'assorbimento dei nutrienti, nella produzione di vitamine e nella modulazione del sistema immunitario.

L’equilibrio tra i batteri benefici e patogeni è fondamentale per garantire il corretto funzionamento delle varie attività; quando l’equilibrio si altera, l’intero organismo potrebbe risentirne. Assumere regolarmente probiotici può contribuire a rafforzare le difese naturali dell'organismo, ridurre l'infiammazione intestinale, migliorare la funzione intestinale e prevenire la proliferazione di batteri nocivi.

Perché i probiotici sono utili in caso di disbiosi?

Quando si soffre di disbiosi, le cause possono essere molteplici: stress cronico, alimentazione ricca di zuccheri e grassi, farmaci (soprattutto antibiotici), infezioni intestinali, cambiamenti ormonali, patologie croniche e sedentarietà. E anche i sintomi possono essere molto vari: gonfiore addominale, flatulenza, diarrea, stitichezza, dolori addominali, stanchezza cronica, alitosi, intolleranze alimentari, fino a manifestazioni cutanee come dermatiti o acne. In questi casi, assumere probiotici attraverso un’alimentazione corretta o sotto forma di integratori può aiutare a ricostituire una flora batterica sana.

Quali sono le tipologie di probiotici?

Non tutti i probiotici sono uguali: ogni ceppo presenta caratteristiche e funzioni specifiche. Per questo è importante conoscere le principali tipologie:

  • Lactobacillus (es. L. acidophilus, L. plantarum, L. rhamnosus): sono tra i più noti e presenti nell'intestino tenue. Aiutano a digerire il lattosio, producono acido lattico e migliorano la resistenza alle infezioni intestinali;
  • Bifidobacterium (es. B. breve, B. longum, B. bifidum): predominano nel colon e sono efficaci nel contrastare la proliferazione di batteri patogeni, migliorare la peristalsi e regolare il sistema immunitario;
  • Saccharomyces boulardii: un lievito probiotico resistente agli antibiotici, utile per prevenire e trattare la diarrea, inclusa quella da antibiotici o da infezioni gastrointestinali;
  • Streptococcus thermophilus: spesso usato nei fermenti lattici, favorisce la digestione del lattosio e contribuisce alla produzione di enzimi benefici.

Altri ceppi studiati includono Lactobacillus reuteri, Lactobacillus casei e Bifidobacterium lactis, ognuno con un ruolo specifico nel trattamento della disbiosi e dei disturbi gastrointestinali.

Quali probiotici scegliere per la disbiosi?

La scelta del probiotico giusto dipende molto dai sintomi che si manifestano e dalla causa della disbiosi. Ecco alcune indicazioni utili da prendere in considerazione, anche se si ricorda che prima di assumere qualsiasi tipo di probiotici è importante rivolgersi al medico per un’anamnesi più completa:

  • Per il gonfiore addominale e la fermentazione eccessiva: ceppi come Lactobacillus plantarum, Lactobacillus acidophilus e Bifidobacterium breve possono ridurre la produzione di gas e migliorare la tolleranza ai cibi fermentabili (FODMAP);
  • Per la diarrea (da antibiotici, virale o da stress): Saccharomyces boulardii e Lactobacillus rhamnosus GG sono particolarmente efficaci. Questi ceppi aiutano a ristabilire la flora protettiva e riducono la durata degli episodi diarroici;
  • Per la stitichezza cronica: Bifidobacterium lactis e Lactobacillus reuteri migliorano la regolarità intestinale, la consistenza delle feci e il benessere generale;
  • Per supportare il sistema immunitario: Lactobacillus casei e Bifidobacterium bifidum stimolano la produzione di immunoglobuline e modulano la risposta infiammatoria.

Se la disbiosi è legata a patologie specifiche (come sindrome dell’intestino irritabile, celiachia, o malattie infiammatorie croniche intestinali), è fondamentale consultare uno specialista per personalizzare la terapia probiotica.

Durata e modalità di assunzione dei probiotici

L'efficacia dei probiotici è legata alla loro assunzione costante e prolungata nel tempo. Non c’è un tempo identico per definire ​​per quanto tempo assumere i probiotici per disbiosi intestinale, ma in linea generale si può affermare che:

  • In caso di terapia antibiotica l'assunzione di probiotici è consigliata contemporaneamente agli antibiotici, continuando per almeno 2-4 settimane dopo la fine della cura;
  • Per la disbiosi lieve o acuta si può prevedere un ciclo di 30-40 giorni, soprattutto se accompagnato da una dieta ricca di fibre e povera di zuccheri raffinati;
  • Per disbiosi cronica o recidivante i trattamenti previsti sono più lunghi, dai 2 ai 3 mesi, eventualmente con richiami periodici. Alcuni specialisti potrebbero anche consigliare cicli stagionali (primavera/autunno) per supportare il sistema immunitario.

Per quanto riguarda il momento dell'assunzione, è preferibile prendere i probiotici a stomaco vuoto o 30 minuti prima dei pasti, in modo che possano superare l'ambiente acido dello stomaco e arrivare vivi all'intestino.

Altri consigli utili quando si assumono i probiotici per contrastare la disbiosi possono essere:

  • Prediligere un’alimentazione equilibrata: limitare zuccheri raffinati, grassi trans, alcolici e cibi ultra-processati, privilegiando frutta, verdura, cereali integrali, legumi e alimenti fermentati;
  • Gestire lo stress: tecniche di rilassamento, attività fisica regolare e un buon riposo notturno possono influenzare positivamente la flora intestinale.

Conclusione

I probiotici sono un alleato prezioso per chi soffre di disbiosi intestinale, ma è fondamentale scegliere in modo corretto, così da assumerli per un periodo adeguato in base ai sintomi. È sempre consigliabile affidarsi al parere di un medico, un nutrizionista o un gastroenterologo per una valutazione personalizzata. Integrare i probiotici in uno stile di vita sano rappresenta il primo passo verso il benessere intestinale e generale.

Fonti

Humanitas 

MSD Manuale

PubMed 

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